Bocciato un altro perito: i Festari ricusano anche Claudio Strinati

Arezzo, 8 ottobre 2018 – Dopo Paolucci tocca allo storico dell’arte e critico nazionale, sempre indicato dal tribunale. “Lavorava per il ministero: scegliamone uno dall’estero”

Arezzo, 8 ottobre 2018 – Ormai pare quasi la storia dei dieci piccoli indiani di Agatha Christie: resterà alla fine dei veti un esperto indipendente cui affidare la stima dell’Archivio Vasari, il più prezioso scrigno di carte del Rinascimento italiano? Intanto, i fratelli Festari, proprietari espropriati del tesoro di Casa Vasari (dove a dire il vero i sonetti di Michelangelo e le lettere dei grandi dell’epoca restano chiuse dentro un armadio di ferro in cui pochi sono riusciti a gettare gli occhi) di periti scelti dal tribunale ne hanno impallinato un altro: Claudio Strinati, storico dell’arte di fama ma anche ex funzionario del ministero dei beni culturali che è l’avversario in giudizio della famiglia, contro il quale è stata depositata istanza di ricusazione.

La seconda dopo quella che aveva già indotto alla rinuncia un altro big, Antonio Paolucci, ex ministro nonchè ex direttore degli Uffizi e dei Musei Vaticani. Pure Strinati viene dalla carriera nelle sovrintendenze: è stato direttore del polo museale romano e tutt’ora ha un posto nel consiglio d’amministrazione delle Gallerie Nazionale di Arte Antica di Roma. Quanto basta perchè i Festari, con i loro avvocati, guidati dal legale storico di famiglia, Guido Cosulich, ne contestino la terzietà: come può pronunciarsi contro le tesi del Mibac uno che per il ministero ha lavorato e lavora?

La questione non è di lana caprima ma di concretissimo denaro. Nel decreto di esproprio dello scorso aprile, il direttore degli archivi presso il Mibac, Gino Famiglietti, fissa in un milione e mezzo quanto deve essere liquidato ai fratelli quali ex proprietari delle carte del grande Giorgio. Loro, ovviamente, non ci stanno: si erano già visti sfuggire l’affare del secolo, ovvero l’offerta del magnate russo Vassily Stepanov che per l’archivio di milioni era pronto a spenderne ben 150. Per questo hanno avviato la procedura di arbitrato: un esperto nominato da ciascuna parte e un terzo indicato dal tribunale di Arezzo.

Poichè si presume che ogni perito di parte voterà per chi lo ha scelto, è evidente che il parere decisivo sarà quello della figura indicata dai giudici. Ecco perchè i fratelli alzano il tiro ogni volta che esce fuori un nome da loro considerato non esattamente al di sopra di ogni sospetto. Ecco dunque che l’istanza dei Festari chiede a Strinati di astenersi spontaneamente dall’incarico. Ove ciò non accadesse subentra la richiesta di ricusazione sulla quale deve decidere il giudice Antonio Picardi, uno che alle rogne ci è abituato, avendo già dichiarato il fallimento della Del Tongo e dell’Arezzo Calcio, per dire solo di due vicende clamorose.

Il vero problema, se Strinati dovesse ritirarsi o Picardi ricusarlo, è come trovare un esperto davvero al di sopra delle parti, visto che è difficile scovare uno studioso di fama, uno storico dell’arte come si conviene a una valutazione tanto delicata, che non abbia mai avuto rapporti col ministero, dal quale dipende un patrimonio culturale praticamente sterminato. Ecco allora l’idea dei fratelli e dei loro avvocati: il perito andiamolo a cercare all’estero.

Tutto messo nero su bianco nell’istanza di ricusazione. Dopo tutto, spiegano fonti a loro vicine, proprio i Festari sono andati fino a Ginevra per nominare il loro tecnico, Renato Saggiori, perchè non potrebbe farlo il tribunale? Chissà dunque se dopo il «Podesta straniero» invocato a suo tempo da Mario Monti, che poi si ritrovò a ricoprire lui il ruolo, avremo anche il perito straniero per le carte Vasari. La risposta alle prossime puntate di questa telenovela che non finisce mai.

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