La Strategia dei Pignoramenti

Dal 2005 in poi, i Funzionari della Soprintendenza inizieranno ad accanirsi esclusivamente nei confronti dei Proprietari dell’Archivio Vasari al fine di impossessarsi delle 31 Filze di loro proprietà, ancora in deposito presso Casa Museo Vasari di Arezzo, tramite Cause Legali.

In data 25/07/2005 si produce il primo Pignoramento della Cassa di Risparmio di Volterra (procedura N 670/2005) con base d’asta di circa un milione di euro a fronte della perizia della Soprintendente Paola Benigni a cui fa seguito in data 03/08/2005 il parere di Antonio Paolucci, Direttore Regionale per i Beni Culturali, che si esprime esprime favorevolmente sull’acquisto ( prot. 6799 ), ed infine, in data 06/09/2005, il parere favorevole all’acquisto del Comitato di Settore per i Beni Culturali e Paesaggistici ( verbale n. 104 ).

Nonostante a quel tempo fosse in essere una trattativa spontanea per l’acquisto dell’Archivio Vasari, fra la famiglia Festari Rasponi Spinelli ed il Ministro Francesco Rutelli, in data 9 dicembre 2005, Antonio Paolucci opta per la “strategia del pignoramento” e manda a monte la trattativa.

Di seguito il Verbale della Riunione avvenuta in data 9 dicembre 2005 presso l’ufficio del dott. Antonio Paolucci in Palazzo Vecchio a Firenze, relativa alla proposta di acquisto dell’Archivio Vasari da parte dello Stato Italiano:

«Il Soprintendente Martines relazionò il Dott. Paolucci sulla trattativa di acquisto in essere sulla base di 75 milioni di euro; subito dopo il dott. Paolucci dichiarò che la collezione, per un’Università Americana poteva valere anche di più, ma per il Ministero l’unica trattativa possibile sarebbe stata solo sulla base della valutazione della Dott.ssa Paola Benigni (ex Soprintendete Archivistico della Toscana) di circa € 1 milione e che SE I PROPRIETARI NON FOSSERO STATI DISPONIBILI, SI SAREBBERO MOSSI PER ACQUISTARLO PER  VIE GIUDIZIARIE. »


2005 | 2009 | 2014 – Procedure Esecutive sull’Archivio Vasari

Tutte le Procedure avvennero in ottica di REATO PENALE DI SMEMBRAMENTO DELL’ARCHIVIO VASARI, in quanto, in base alla normativa speciale del Codice Dei Beni Culturali e sulla base della Notifica del 1917 e seguenti, L’ARCHIVIO VASARI E’ UN «UNICUUM DOCUMENTALE INSCINDIBILE» E NE E’ VIETATA LA VENDITA E LA CESSIONE PARZIALE O DI SINGOLI DOCUMENTI.
Tutte le procedure esecutive, hanno sempre MIRATO AD AGGREDIRE ALL’ASTA SOLO 31 DELLE 34 FILZE (mai le 3 Filze detenute illegalmente dall’Università di Yale), nonostante l’articolo n. 20 del Codice Dei Beni Culturali lo VIETI ESPRESSAMENTE.

Nonostante la notifica del 1917, riconfermata nel 1991 e 1996, consideri l’Archivio Vasari un Unicuum Inscindibile, la Soprintendenza ne autorizza costantemente lo smembramento.

Autorizzazione allo Smembramento del Soprintendente Antonio Dentoni Litta – 21 febbraio 2008

Ancora nell’anno 2017, la Soprintendente Diana Marta Toccafondi, autorizzava lo Smembramento dell’Archivio Vasari nel corso dell’ennesima procedura esecutiva.

Archivio Vasari – Autorizzazione allo Smembramento – Diana Marta Toccafondi

Nel corso delle tre procedure esecutive emerge il chiaro disegno dei Funzionari della Soprintendenza di sottrarre l’Archivio Vasari all’asta, ad un prezzo irrisorio, con la complicità di periti compiacenti che, proprio sulla base del Vincolo Pertinenziale del 1994 e dei presunti limiti che esso impone ai suoi proprietari, erano pronti a sostenere e dichiarare pubblicamente, valori e basi d’asta dell’Archivio Vasari pressoché nulli.

E’ infine fatto curioso è che ognuno dei tre pignoramenti sia sempre avvenuto a seguito di eventi particolari.

Il pignoramento del 2005 avvenne “casualmente” il giorno prima della restituzione dell’Archivio Vasari a Giovanni Festari come da dispositivo della sentenza di secondo grado della Corte di Appello di Firenze.

Il pignoramento del 2010 avvenne da parte di Equitalia direttamente nei confronti del Conte Giovanni Festari, scomparso però alcuni mesi prima, sostanzialmente per ostacolare la vendita in atto con la Ross Engineering di Mosca. I figli eredi non hanno mai ricevuto alcuna comunicazione in merito e solo quattro giorni prima dell’asta giudiziaria stessa ne vennero a conoscenza casualmente tramite la TV.

Il pignoramento del 2014 è infine l’ennesimo estremo tentativo di sottrarre il bene tramite azioni giudiziarie e sabotare i progetti di diffusione e valorizzazione delle Carte Vasari, intrapresi privatamente dalla famiglia proprietaria.


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