Dalla “roulette” Vasari esce il nome di Daverio

Arezzo, 12 ottobre 2018 – Il Tribunale, dopo la rinuncia di Antonio Paolucci e Claudio Strinati già ricusati dai Festari, nomina nella terna il celebre critico Tv. Per ora dalla famiglia reazioni  prudenti ma positive

Arezzo, 12 ottobre 2018 – Nella briscola dell’archivio Vasari il tribunale si gioca l’asso. Eh sì, proprio nel giorno in cui l’ormai ex perito ricusato dai fratelli Festari, Claudio Strinati, si “vendica” annunciando proprio ad Arezzo l’ipotesi di attribuzione a Caravaggio di un ritratto finora misconosciuto, il giudice Antonio Picardi nomina il nuovo esperto super partes ed è una decisione che fa clamore.

La scelta cade infatti su Philippe Daverio, il più popolare dei critici d’arte in Tv, protagonista fisso nel mondo dei mass media applicati alla storia dell’arte o del paesaggio, uno che ha contribuito a portare gli argomenti culturali nei salotti del grande pubblico. La nomima, alla luce dei precedenti (lo stop imposto a due big come l’ex ministro Antonio Paolucci e lo stesso Strinati), va ovviamente presa con beneficio di inventario, nel senso che la famiglia ex proprietaria espropriata delle più pregiate carte del Rinascimento fa da sapere fin da subito che Daverio va bene ma anche su lui saranno compiuti tutti i controlli che servono ad evitare conflitti di interessi, ovvero rapporti pregressi con il ministero dei beni culturali che è l’altra parte in causa.

Il prescelto, tuttavia, proprio per la sua carriera eterodossa e rigorosamente non accademica, pare immune da eventuali contestazioni: non ha mai ricoperto, per quanto si ricava dalla sua biografia, incarichi istituzionali che lo abbiano messo alle dipendenze del Mibac e, sempre per quanto se ne sa, non si è mai pronunciato in passato sul valore del sonetto di Michelangelo, delle lettere di Papi e Granduchi e di tutti i tesori conservati dentro un armadio di ferro a Casa Vasari.

Daverio, 69 anni, francese per parte di madre, non si è mai laureato: nel ‘68 e dintorni, racconta, quando lui frequentava la Bocconi, non era di moda. Il che non gli ha impedito di conquistarsi la fama prima come gallerista d’arte moderna a Milano e poi come divulgatore in Tv e nei giornali (ha collaborato anche con Qn-La Nazione). I suoi libri di storia dell’arte sono a ogni Natale un cult dei regali.

Se nessuno lo ricuserà, dunque, toccherà a lui esprimere il voto decisivo (i due esperti di parte si schiereranno, è facile ritenere, con chi li ha nominati) nell’ultima, grande questione della telenovela infinita sull’archivio. Qual è il giusto prezzo di indennizzo che lo stato deve versare ai fratelli Festari che le carte le hanno ereditate? Il milione e mezzo di cui parla il decreto di esproprio e di cui i fratelli non vogliono neppure sentir parlare oppure molto di più, fino a 150 milioni, l’astronomica somma che si era detto disposto a versare nel 2009-2010 l’oligarca russo Vassily Stepanov?

E’ facile prevedere che qualunque sia la decisione scatenerà polemiche all’infinito e magari anche nuove azioni in tribunale. Auguri, professor Daverio. Sì, professore, perchè anche da non laureato il critico è riuscito a ottenere cattedra all’università: storia dell’arte allo Iulm di Milano, storia del design al Politecnico, sempre di Milano, e disegno industriale a Palermo.

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